Barzio – Zucco dell’Angelone

Raccolgo qui le relazioni di alcune vie / settori sullo Zucco dell’Angelone

Arrivo:

Dalla SS36 verso Lecco seguire per Valsassina entrando nel tunnel, uscire dal tunnel sempre seguendo per Valsassina. Dopo le gallerie alla rotonda seguire per Barzio (prima uscita). Arrivati a Barzio seguire le indicazioni per gli impianti da sci, sino al grande posteggio in prossimità della funivia. Attenzione quando gli impianti sono aperti il posteggio è a pagamento (3€ al giorno).

Primo Sperone

Struttura con bella roccia calcarea e itinerari di aderenza con passi delicati. Varie possibilità dai monotiri a combinazioni fino a 5 tiri.

difficoltà: dal 3a al 7a
esposizione arrampicata: Sud
quota attacco (m): 900
quota parcheggio: 750
lunghezza min itinerari (m): 20
lunghezza max itinerari (m): 100
località partenza: Impianti di risalita dei Piani di Bobbio
avvicinamento: 15 minuti
periodo consigliato: da settembre a giugno
materiale necessario: NDA, 10 rinvii
tipo roccia: calcare
attrezzatura: buona a resinati. Soste con catene e anello di calata oppure su due fix.
punti di appoggio: bar degli impianti o a Barzio
presenza acqua: no

Avvicinamento:

Prendere il sentiero che parte in fondo al posteggio sulla destra (di fianco alla costruzione degli impianti). Al primo bivio stare a destra seguendo per “Primo Sperone” in salita. in breve si arriva ad un sentiero che gira a sinistra, ignorarlo e salire ancora sino ad un terzo bivio: a destra indicazioni per placca del bhikku ecc… ignorarle e salire verso sinistra per la ferratina e si sbuca al primo settore.

Tiri e vie:

Numero Nome Grado Lunghezza Chiusa Descrizione
1 Isole 5a 30m Supera un risalto e procede su placca abbattuta
2 Ciaccioni 3c 25m Placca adagiata
3 Marachek 5b 25m Placca in aderenza con graspole ed erosioni
4 La via del verme 4c 80m Tre tiri divertenti con breve rampa intermedia.In alto supera uno sperone con strapiombino iniziale. Discesa su Sole
5 Jorge Jorghenson 4a 25m Placca adagiata
6 Crepa Somaro 3c 25m Segue facili erosioni
7 Bombay 6a 25m Speroncino con concrezioni a granuli
8 Ski-fez 5c 30m Placca adagiata e gradino più tecnico
9 Hic Sunt Caprones 4c 30m Due tiri su placca lavorata. Possibile raccordo su S2 di Sole
10 Linea Magica 6a+ 30m Partenza tecnica su muretto ripido poi placca con passi in aderenza e buchi
11 Minchia Sior Tenente 5a 35m Due brevi tiri su placca via via più ripida
12 Sole Fiabe e Freud 5c 90m Via varia e divertente di quattro tiri dapprima su sperone e placca con erosioni. Poi supera una lama e rocce più articolate
13 Comunione di Andrea 6b 55m Tratto delicato in aderenza su L1 a cui segue una placca a graspole e buchetti
14 Non son mica banane 6a+ 55m Passo di equilibrio su L1 poi placca ripida e tecnica su  buchetti e concrezioni
15 Fuga dal cortile 5c 40m Dalla L2 del verme proseguire lungo la rampa fino alla sosta da cui parte questo tiro. Discesa su Sole
16 Super Friction 7a Dura variante alla L2 di Comunione. Aderenza su placca ripida

Secondo Sperone

Conosciuto anche come Pilastro dell’Essenza, al secondo sperone si trovano alcune vie lunghe famose per l’ottima qualità della roccia, di cui la più famosa è La Lumaca di Vetro sicuramente una delle vie più belle dell’Angelone.

Avvicinamento:
Prendere il sentiero che parte in fondo al posteggio sulla destra (di fianco alla costruzione degli impianti). Al primo bivio stare a destra seguendo per “Secondo Sperone” in salita.
In breve si arriva ad un sentiero che gira a sinistra, ignorarlo e salire ancora sino ad un terzo bivio: a destra indicazioni per placca del bhikku ecc… ignorarle e salire verso sinistra per la ferratina e si sbuca al primo sperone. Proseguire verso sinistra oltrepassando gli attacchi delle varie vie e continuare per il sentiero che scende un poco, risale (catena) e prosegue verso destra, palina segnaletica, (ignorare il traverso a sx) salendo in un ripido canalone. Si continua sino al suo termine alla base delle placche del secondo sperone. Circa 30 minuti dal posteggio.

Lumaca di vetro

Via molto bella e varia: placche, lame, buchi, diedri… c’è di tutto e la roccia è ottima. Chiodatura non da falesia ma piuttosto ravvicinata a ottimi fix. Si possono fare da 4 a 6 tiri a seconda che si facciano dei concatenamenti di tiri o meno. La relazione su Lario rock non sembra corretta nelle indicazioni della S3 e la prima parte di L4. In questa relazione la divido in 5 tiri saltando la prima sosta intermedia di L1

difficoltà: 5C
esposizione arrampicata: Sud
quota parcheggio: 750
quota attacco via (m): 990
sviluppo via (m): 130
dislivello via (m): 80
dislivello avvicinamento (m): 200
località partenza: Impianti di risalita dei Piani di Bobbio
periodo consigliato: tutto l’anno, sconsigliata in estate per il caldo
tipo di roccia: calcare
materiale necessario: NDA
avvicinamento: 30min
tempo salita: 2h00
tempo discesa: 1h doppie + 15m sentiero al parcheggio.
attrezzatura: buona, a fittoni resinati, non sempre ravvicinati. Tutte le soste da attrezzare su due fittoni da unire
punti di appoggio: bar degli impianti o a Barzio
presenza acqua: no, al bagno del bar degli impianti.

Attacco:
all’arrivo delle rocce del secondo sperone tenersi tutto a destra. La linea di resinati più a destra che sale in diagonale verso sinistra è il primo tiro della via.
Descrizione tiri:

L1, 5C, 10 fittoni, 40mt: Si risale la placca seguendo i resinati, in direzione diagonale verso sinistra, con alcuni passi in aderenza. Quindi per buchi e tacche si arriva ad una cengia con albero dove si trova una sosta intermedia (5A sino a qui, placca e buchi). Procedere sulla placca verticalmente, dopo il primo resinato sono necessari alcuni passi impegnativo di aderenza a raggiungere un resinato un po distante. Quindi più semplicemente sino alla successiva cengia dove si trova un’altra sosta, sempre su due resinati da unire.

L2, 5B, 8 fittoni, 30 metri: Dalla sosta andare decisamente verso destra in direzione dello spigolo (ignorando le altre vie che salgono a sinistra o in verticale) sfruttando la bella lama posta poco sopra la sosta. Risalire lo spigolo di destra in direzione dell’albero con una bellissima arrampicata atletica su lama (ben protetta) molto verticale sino a ristabilirsi nei pressi dell’albero. Da qui si procede per la seconda parte del tiro che richiede un’arrampicata più tecnica e di aderenza su placche e rigole con un passo molto delicato un paio di metri sopra l’albero. Poi, gli ultimi metri, più facili fino alla sosta posta su una comoda cengia

L3, 4C, 6 fittoni, 20 metri: Risalire la placca posta immediatamente sopra la sosta su cui spiccano due resinati con i primi passi di difficile interpretazione. In alternativa salire a destra della placca nel diedrino per poi rimontare la placca all’altezza del secondo resinato. Da qui la via prosegue verso destra per facili balze rocciose fino ad incontrare la sosta

L4, 5C, 5 fittoni – 1 chiodo – 1 clessidra, 20metri: Andare in traverso verso destra (resinato). Salire verso destra puntando ad una cengetta / spaccatura verticale che forma un diedrino, ignorando il resinato sotto al tettino all’altezza del primo. In una fessura orizzontale si può mettere un cordino in clessidra quasi invisibile. Ci si continua a spostare a destra verso un canalino accennato che sale in diagonale a sinistra su cui ci sono un resinato ed un chiodo. Arrivati sotto alla cengia traversare ancora a sinistra passando oltre uno spigoletto. Qui risalire verso destra sino alla sosta. Arrampicata molto divertente e tecnica su tacche e spaccature.

L5 5C, 7 fittoni, 20 metri: Si arrampica in verticale sopra la sosta passando dei grossi blocchi rocciosi. Ci si sposta a sinistra alla base di un bellissimo diedro che richiede un’arrampicata tecnica (5c, ben protetto anche se qualche presa è unta), poi si esce a destra con un passo atletica in buona esposizione (ben protetto) sino alla sosta.

Discesa:
in doppia dalla via con 2 doppie lunghe sulle soste della via o più doppie corte. Con due mezze da 60mt si riesce a scendere con la prima doppia alla S2 e da questa direttamente a terra con una calata da 60mt giusti, puntare alla base stando sulla sinistra faccia a monte.
Altre Note:
Primi salitori: Ivan Guerini, Manuela Manuelli, Andrea Savonitto nel 1979
Link:
  • http://www.archivioteca.it/wp-content/uploads/2015/10/Relazione-Lumaca-di-Vetro.pdf
  • https://www.camptocamp.org/routes/56656/fr/zucco-dell-angelone-secondo-sperone-la-lumaca-di-vetro

Terzo Sperone

Al terzo sperone si trovano un paio di vie lunghe (Foto di gruppo con signorine, Ortofresco) e qualche monotiro che fa da variante a queste.

Avvicinamento:
Prendere il sentiero che parte in fondo al posteggio sulla destra (di fianco alla costruzione degli impianti). Al primo bivio stare a destra seguendo per “Terzo Sperone” in salita.
Due possibilità, passare dal primo sperone e traversare verso il terzo o puntare direttamente a quest’ultimo:
Passando dal primo sperone: in breve si arriva ad un sentiero che gira a sinistra, ignorarlo e salire ancora sino ad un terzo bivio: a destra indicazioni per placca del bhikku ecc… ignorarle e salire verso sinistra per la ferratina e si sbuca al primo settore. proseguire verso sinistra oltrepassando gli attacchi delle varie vie e continuare per il sentiero che scende un poco, risale (catena) e prosegue in traverso (ignorare una traccia che sale a dx) nella boscaglia. Infine si scende un breve tratto ripido grazie ad una catena e si aggira uno spigolo arrivando in pochi metri alla base del terzo sperone dove si riconosce una grossa lama ad arco sulla destra (primo tiro di foto di gruppo con signorine) e una scritta “III” su un masso. Circa 20 minuti dal posteggio.
Direttamente verso il terzo sperone: in breve si arriva ad un secondo bivio, prendere la sinistra verso il 3° sperone e procedere a mezzacosta nella boscaglia seguendo sempre i bolli rossi. In un canale fare attenzione a seguire la traccia che sale in verticale (catena), passando sotto una placca con l’attacco di una via. Ad un certo punto si scende in un canale (catena) e si traversa verso destra (corde fisse e una staffa) fino a raggiungere la base del terzo sperone dove si riconosce una grossa lama ad arco sulla destra (primo tiro di foto di gruppo con signorine) e una scritta “III” su un masso. Circa 20 minuti dal posteggio.

Foto di gruppo con signorine

Divertente e breve via di quattro tiri con varie possibilità di varianti e discesa in doppie. Concatenabile con la via Schiavi della pietra al quarto sperone.

difficoltà: 6b+ (un passo) o 5C e A0. Variante max 5a.
esposizione arrampicata: Sud
quota parcheggio: 750
quota attacco via (m):
sviluppo via (m): 90
dislivello via (m): 80
dislivello avvicinamento (m):
località partenza: Impianti di risalita dei Piani di Bobbio
periodo consigliato: tutto l’anno, sconsigliata in estate per il caldo
tipo di roccia: calcare
materiale necessario: NDA
avvicinamento: 20min
tempo salita: 1h30
tempo discesa: 1h doppie + 15m sentiero al parcheggio.
attrezzatura: buona, a fittoni resinati, non sempre ravvicinati. Soste attrezzate con catene ed anelli di calata.
punti di appoggio: bar degli impianti o a Barzio
presenza acqua: no, al bagno del bar degli impianti.

Attacco:
all’arrivo del terzo sperone si riconosce facilmente il primo tiro della via, tutto a destra che segue la grande lama ad arco. possibilità di attaccare salendo su una rampetta terrosa a destra o direttamente dallo spiazzo salendo una rampa rocciosa verso destra.
Descrizione tiri:

L1, 4c, 7 fittoni, 25mt: attaccare la lama verticale con bei movimenti in parte in Dulfer. Più sopra la lama (che diventa rovescia e aperta verso il basso) piega verso sinistra, imponendo alcuni delicati movimenti in traverso per risalire infine verticalmente per alcuni metri fino alla sosta. Possibili diverse varianti sulla placca a sinistra.

L2, 4b, 5 fittoni, 20 metri: dalla sosta salire in placca obliquamente a sinistra e poi dritti, raccordando buchi e lame (a sinistra sale un’altra fila di resinati, con difficoltà analoghe) fino alla sosta a metà della placca.

L3, 5a, 5 fittoni, 20 metri: salire per placca appoggiata ma delicata, e con chiodatura un po’ lunga, fino ad un netto salto, che si sale inizialmente verso sinistra (fittone) per arrivare sotto uno strapiombino. Superarlo partendo sulla sinistra usando una bella fessura e traversando poi leggermente verso destra per sbucare su un terrazzino dove c’è la sosta.

L4, 5c e A0 (6b+, passo), 7 fittoni, 25metri:  si sale dritti: un paio di metri semplici fino alla base di un muro verticale con un passo singolo di 6b+ (microappoggio in buco a sinistra, che permette di raggiungere una maniglia con buco ancora più a sinistra), parzialmente azzerabile. Ci si alza sino a raggiungere una maniglia buona appena sotto al diedrino. Da qui si entra inizialmente nel diedro usando una grossa lama sotto al fittone sino a uscire sulla placca usando la stessa lama per i piedi. Proseguire per lame e buchi via via più semplici fino in sosta.

L4 variante, 5a, 25 metri: salire a traversare obliquamente verso destra, uscendo sullo spigolo che rappresenta l’ultima lunghezza della vicina via Ortofresco (non difficile ma esposto ed arioso).

Discesa:
in doppia dalla via con 4 doppie corte o due lunghe sulle soste della via. Se si fanno le doppie dalla sosta del tiro di 6b+ è possibile tranquillamente farne due lunghe. Se si fanno dalla sosta della variante di 5a è sconsigliabile la prima doppia lunga per incastro delle corde nelle piante.
Altre Note:
Primi salitori: Andrea e Monica Savonitto, Umberto Villotta e Monica Mazzucchi, Alessandro Gogna e Delia Colombo, 1980
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