Non troppo lontano da Milano si trova questo bel posto con avvicinamenti brevi, bel rifugio con ottima cucina e vie su granito… niente male no? 🙂
Accesso:
Da Milano prendere la A4 verso Torino e percorrerla praticamente tutta. Poco prima di Torino uscire e seguire le indicazioni per “E70 – Bardonecchia” imboccando la A55. Dopo 25km circa prendere l’uscita per Pinerolo imboccando la SS23. Dopo 23km circa la strada diventa SR23, continua a seguirla in direzione Sestriere. Circa 3km dopo aver svoltato a destra in direzione Sestriere uscire (appena essere passati sotto un cavalcavia) in direzione “Ospedale” – “Pinerolo” – “San Pietro in val Lemina” (viale 17 febbraio 1848). Alla rotonda prendere la uscita e proseguire passando su un ponte sino al semaforo dove si svolta a destra. 200 mt dopo gira a sx (via Cottolengo) per indicazioni “Talucco”. Allo stop a Sinistra sempre per “Talucco”. Seguire per qualche km le indicazioni per Talucco passando due rotonde sino a raggiungere le 4 case (due dossi artificiali) del paese. Continuare sino a trovare poco più avanti un bivio dopo un ponticello: da entrambe le direzioni è possibile arrivare al rifugio Melano (Cartelli) ma io ho seguito quella di sinistra. Si sale per una strada stretta e molto ripida per qualche tornante sino a trovare un largo spiazzo di posteggio sulla sinistra e poco dopo una biforcazione: prendere la stradina che esce a destra (indicazioni per il rifugio) e continuare sino ad uno slargo sulla destra. Lasciare la macchina qui, prima del divieto di accesso che riserva l’ultimo spiazzo ai residenti.
Avvicinamento
Per tutti i settori la partenza è dal rifugio Melano che si raggiunge dal posteggio continuando lungo la strada dapprima in mezzo alla borgata Dairin e quindi in salita sino al panoramico e soleggiato colle Ciardonet. Qui si prende la sterrata in discesa a sinistra (indicazioni Melano) che si continua a seguire sino a quando un cartello “carbonaia” indica un sentiero che si stacca sulla destra in leggera discesa poco prima dell’attraversamento di un canale. Prendendo questo si arriva al rifugio per la strada pedonale, in realtà si arriva anche continuando sulla carrabile. 30′ circa.
Settori
Per avere un colpo d’occhio di tutti i settori dirigersi alla piazzola per l’elicottero, a 3 minuti sulla destra del rifugio (faccia a monte)
1 – Masso del Grosso – Fessura del Nero – Torrione del Drago, 2 – Bianciotto – Mont Blanc – Vena di Quarzo, 3 – Normale, 4 – Iniziazione e Meteora, 5 – Placche Gialle, 6 –Mont Blanc – Vena di Quarzo, 7 – Sperone Rivero, 8 – Freak Street, 9 – Torrione Grigio, 10 – Argonauti, 11 – Sperone Cinquetti, 12 – Torre del Bimbo, 13 – Torrione Pacciani, 14 – Torrione Anna, 15 – The Magic Mushroom (Fungo), 16 – Torrione Alice, 17 – Torrione Rubinetto, 18 – Torrione del Nonno, 19 – Torrione Manera (o della Nonna), 20 – Barra del Freidour, 21 – Torrione del Condor.
Settore Normale
Avvicinamento
Dal piazzale sul retro del rifugio Melano (posteggio) prendere una traccia che sale nel bosco con bolli rossi. Continuando a salire in breve si arriva ad un bivio con indicazioni a sinistra per il settore normale e a destra per le placche gialle. Seguire a sx per il settore “normale sx” e le vie 1 e 2 del settore “normale dx” e a destra per le vie dalla 3 in poi del settore “normale dx”. 10′ dal rifugio.
Normale
grande classica, la via più tranquilla di Sbarua ma non banale, diciamo gradi old style ;). Attenzione a seguire per i primi du tiri sempre gli spit sulla destra verso lo spigolo per non finire sulla variante. Invece dal terzo tiro le due vie si incrociano e la normale continua a sinistra nel diedro.
esposizione arrampicata: Sud Est
quota parcheggio:
quota attacco via (m): 1100
sviluppo via (m): 80
dislivello via (m):Â 70
dislivello avvicinamento (m):
località partenza: Rifugio Melano
periodo consigliato: autunno e primavera, inverno in giornate soleggiate e senza vento. Evitare i mesi estivi per il caldo.
tipo di roccia:Â gneiss
materiale necessario: NDA, possibile integrare ma non molto
avvicinamento: 10min
tempo salita: 1h30′
attrezzatura: soste con spit collegati da catena e anello di calata. In via presenti spit distanziati e qualche vecchio chiodo/anello.
punti di appoggio: Rifugio Melano
presenza acqua: Fontana Rifugio Melano
Descrizione tiri:
L1, IV, Alla partenza sulla sx c’è un anello cementato per la sosta di partenza. Sali da sinistra spostarsi un poco destra e superare un primo risalto. Proseguire per placche, raccordando sistemi di lame e fessure, che si avvicinano ed allontanano dallo spigolo di destra (cerca con attenzione i punti più semplici) ma senza andare troppo a sinistra dove c’è la variante. Da ultimo si supera un breve muretto verticale, inizialmente per fessura a sinistra, poi per gradini più netti verso lo spigolo fino alla sosta che è un paio di metri a destra di quella della variante. Tiro decisamente di placca
L2, IV+, continuare a tenere la destra puntando a una fessura verso lo spigolo e non salire dritti sulla placca che è della variante. Percorrere la fessura, salire poi a sinistra in placca in corrispondenza di un’altra fessura netta. Dopo pochi metri si trova una sosta intermedia che si può saltare tranquillamente. Piegare a sinistra su placca per un tratto più semplice fino ad un pezzo più verticale ma ben appigliato che porta alla sosta in comune con quella della variante, posta su un blocco.
L3, IV+, andare a sinistra puntando al diedro e risalirlo, spostarsi poi a destra per risalire su una rampa che sale verso sinistra. Da qui è possibile uscire a sinistra e salire per un ultimo saltino sino ad una grossa cengia dove si trova la sosta oppure andare a destra nel camino / diedro e puntare alla sosta visibile dal basso. La seconda soluzione è un po’ più difficile e la sosta e decisamente più scomoda anche se permette di vedere il secondo.
Discesa
Dalla cengia dell’ultima sosta (corda fissa in acciaio) è possibile scendere per sentiero verso sinistra (faccia a monte) oppure in doppia (meglio la sosta sotto la cengia per evitare incastri delle corde). Con corde da 60mt sono sufficienti due doppie, possibile saltare la 2° sosta.
Il sentiero scende qualche metro (bolli rossi) fino a raggiungere delle catene e corde fisse. Passaggio più verticale sempre protetto da catene poco più avanti, poi ancora per sentiero si torna agli attacchi del settore normale.
Altre note
Possibile concatenare come 4° tiro il Passaggio del Gatto. Con corde da 60mt volendo è possibile concatenare i primi due tiri oppure il 2° e il 3°.
Aperta da De Servienti, D Dassano e L Borgna nel 1927
Variante alla Normale
Interessante alternativa alla variante, leggermente più difficile in particolare nel 2° tiro e con un 3° tiro molto bello.
difficoltà : V
esposizione arrampicata: Sud Est
quota parcheggio:
quota attacco via (m): 1100
sviluppo via (m): 80
dislivello via (m):Â 70
dislivello avvicinamento (m):
località partenza: Rifugio Melano
periodo consigliato: autunno e primavera, inverno in giornate soleggiate e senza vento. Evitare i mesi estivi per il caldo.
tipo di roccia:Â gneiss
materiale necessario: NDA, possibile integrare ma non molto
avvicinamento: 10min
tempo salita: 1h30′
attrezzatura: soste con spit collegati da catena e anello di calata. In via presenti spit distanziati e qualche vecchio chiodo/anello.
punti di appoggio: Rifugio Melano
presenza acqua: Fontana Rifugio Melano
Descrizione tiri:
L1, IV, 6spit, si parte su placchetta delimitata a destra da una spaccatura che la separa dalla placca della normale (1° spit condiviso con la Torinesi), si prosegue per una serie di fessure e lame (fix) sino al termine del primo risalto. Da qui sul facile sino a traversare la spaccatura verso destra (fix poco prima di traversare). Si attacca il successivo risalto su placca (fix) poi si segue una fessura ascendente che riporta verso sinistra (fix). A questo punto il passo più difficile della via, rimontare una pancetta verso destra che porta alla sosta (fix sopra la pancia). Tiro meno placcoso del primo della normale con un singolo passo delicato.
L2, V o 5c, salire dritti sopra la sosta, passo delicato per posizionarsi sulla placca soprastante e quindi procedere dritti sino al termine della placconata (due fix evidenti). Passi delicati in placca, più facile a sx. Al termine della placca si piega verso sx per collegarsi all’ultimo pezzo del tiro della Normale e alla sosta condivisa.
L3, IV+, portarsi subito a destra della sosta per risalire la rampa verso sx e puntare al caminetto verticale proprio di fronte alla sosta. Si rimane sempre a destra dei diedri della Normale. Con bei movimenti e ottimi appigli si risalgono gli speroni di roccia per un sistema di fessure fino a sbucare su cengia con corda fissa e sosta qualche metro più a destra di quella della Normale. tiro molto bello.
Discesa
Dalla cengia dell’ultima sosta (corda fissa in acciaio) è possibile scendere per sentiero verso sinistra (faccia a monte) oppure in doppia (meglio la sosta sotto la cengia della Normale per evitare incastri delle corde). Con corde da 60mt sono sufficienti due doppie, possibile saltare la 2° sosta.
Il sentiero scende qualche metro (bolli rossi) fino a raggiungere delle catene e corde fisse. Passaggio più verticale sempre protetto da catene poco più avanti, poi ancora per sentiero si torna agli attacchi del settore normale.
Altre note
Possibile concatenare come 4° tiro il Passaggio del Gatto.
Passo del Gatto
il passo del gatto è un monotiro caratterizzato da un passaggio molto particolare da fare a gattoni o sdraiati, collegabile alla Normale o alla Variante. Non lo trovo particolarmente entusiasmante ma è così particolare da meritare una ripetizione 😉
difficoltà : IV-
esposizione arrampicata: Sud Est
quota parcheggio:
quota attacco via (m): 1200
sviluppo via (m): 40
dislivello via (m):Â 30
dislivello avvicinamento (m):
località partenza: Rifugio Melano
periodo consigliato: autunno e primavera, inverno in giornate soleggiate e senza vento. Evitare i mesi estivi per il caldo.
tipo di roccia:Â gneiss
materiale necessario: NDA
avvicinamento: 10min + una via al settore Normale oppure 25min
tempo salita: 30′
attrezzatura: sosta con spit collegati da catena e anello di calata. In via presenti spit.
punti di appoggio: Rifugio Melano
presenza acqua: Fontana Rifugio Melano
Descrizione tiri:
L1 IV-, 7spit dalla sosta della normale salire dritti per facili blocchi (spit visibile dalla sosta), segue un tratto in placca su un bloccone, per una fessura che sale a sinistra (spit in cima).  Un terrazzino porta al muretto (spit) che permette di entrare nel tratto più caratteristico della via, con un singolare “passo del gatto”, costituito da una cengia sormontata da un basso tetto, cengia che sale obliquamente verso destra e va percorsa a carponi… (io ho preferito percorrerla in parte sul fianco destro in modo da usare i piedi sul fondo della cengia per alzarmi). Il tratto è lungo sei/sette metri e protetto da 3 spit, dopodichè ci si può (si riesce) rialzare, e a proseguire per alcuni metri, fino ad un ultimo breve diedrino verticale (spit): subito catena a sinistra.
L2, III-, sprotetto, Se non si vuole scendere in doppia da qui proseguire per facile diedro sprotetto che sale verso sinistra e poi, per breve cengia a destra, in cima, sostando su massi.
Discesa
Dalla sosta si può scendere in doppia.
Dalla vetta si scende per sentiero dal lato di salita (sx faccia a monte) seguendo i bolli rossi. Il sentiero riporta sino all’uscita della cengia e si ricollega alle discese dalle normali.
Altre note
Via dei Pinerolesi
via che in due tiri porta alla cengia sopra al settore Normale. Primo tiro di placca e secondo tiro molto bello tra fessure, lame e diedri.
difficoltà : V
esposizione arrampicata: Sud Est
quota parcheggio:
quota attacco via (m): 1100
sviluppo via (m): 70
dislivello via (m):Â 60
dislivello avvicinamento (m):
località partenza: Rifugio Melano
periodo consigliato: autunno e primavera, inverno in giornate soleggiate e senza vento. Evitare i mesi estivi per il caldo.
tipo di roccia:Â gneiss
materiale necessario: NDA
avvicinamento: 10min
tempo salita: 1h
attrezzatura: soste con spit collegati da catena e anello di calata. In via presenti spit distanziati.
punti di appoggio: Rifugio Melano
presenza acqua: Fontana Rifugio Melano
Descrizione tiri:
L1 V-, 7spit salire dritti sulla placca con passo delicato in corrispondenza del primo spit (volendo è rinviabile dalla spaccatura a sx). Procedere dritti per altri 2 spit, un piccolo salto e qui si trova il secondo passo duro del primo tiro, in corrispondenza del 4° spit, dopo il prossimo spit in placca deviare verso sinistra puntando a superare la fessura per andare a prendere uno spit su roccia più lavorata. Tendere ancora a sinistra seguendo delle fessure oblique (altro spit) sino alla sosta che si trova sopra una betulla ed appena sotto ad una evidente spaccatura nel salto che attraversa la parete.
L2, V,  portarsi sotto al tettino sfruttando delle buone maniglie sulla destra della sosta, spostarsi a sinistra nella fessura sfruttando per il piede le suddette maniglie ed alzarsi sino a riuscire a mettere il piede destro sulla placca appoggiata sopra al tettino. Per l’equilibrio sfruttare le fessure con incastri di braccia. Passaggio non protetto, volendo si può proteggere con un friend del 2 nella fessura. Una volta ristabiliti sulla destra della spaccatura salire sfruttando sempre fessure e belle lame in opposizione inizialmente a destra per poi tornare verso sinistra. Ad un certo punto muretto verticale (spit a sinistra) con delle buone tacche per uscire su un terrazzino. Da qui si vede una sosta a sinistra (di Luna Rossa) procedere invece nel diedro sulla destra (spit) fino a sbucare sulla cengia. Qui abbiamo la sosta con catena in comune con la Normale che renderà però difficoltoso il recupero della corda e del secondo a causa degli attriti. In alternativa sul “pavimento” della cengia appena usciti dal diedro si può sostare su due vecchi chiodi.
Discesa
Dalla cengia dell’ultima sosta (corda fissa in acciaio) è possibile scendere per sentiero verso sinistra (faccia a monte) oppure in doppia. Con corde da 60mt dovrebbe essere possibile fare un’unica doppia ma non ho testato.
Il sentiero scende qualche metro (bolli rossi) fino a raggiungere delle catene e corde fisse. Passaggio più verticale sempre protetto da catene poco più avanti, poi ancora per sentiero si torna agli attacchi del settore normale.
Altre note
Aperta da De Servienti, Burdino, Orbecchi nel 1950.
Possibile concatenare con il passaggio del Gatto.
Sperone Rivero
Avvicinamento
Andare sul retro del rifugio e scendere dal piazzale e imboccare verso sinistra il sentiero. Alla prima pietraia si trovano le indicazioni per il settore Rivero, seguirle salendo a sinistra sulla pietraia.
Via Rivero
La salita classica del settore, protezioni piuttosto lontane e quindi orientamento non facile, noi ci siamo persi sul 4° tiro ed essendo già tardi ci siamo calati.
difficoltà : V+
esposizione arrampicata: Est
quota parcheggio:
quota attacco via (m): 1100
sviluppo via (m): 150
dislivello via (m):Â 120
dislivello avvicinamento (m):
località partenza: Rifugio Melano
periodo consigliato: autunno e primavera, inverno in giornate soleggiate e senza vento. Evitare i mesi estivi per il caldo.
tipo di roccia:Â gneiss
materiale necessario: NDA, Friend, Nut
avvicinamento: 10min
tempo salita: 3h
attrezzatura: soste da collegare. In via presenti vecchi spit e chiodi. Facilmente integrabile.
punti di appoggio: Rifugio Melano
presenza acqua: Fontana Rifugio Melano
Descrizione tiri:
L1, IV+, 4spit, 30m:Â mantenendosi appena a sinistra dello spigolo, affrontare un diedro verticale con passaggi atletici, seguono una placca e si riprende con il diedro. Traversare brevemente a destra su cornice fino alla comoda sosta. (1 chiodo + 1 golfaro)
L2, V, 3spit + 1 chiodo, 15m: proseguire nel diedrino sullo spigolo (spit) e superare una pancia svasa con l’aiuto di una fessura sulla destra (spit). Sosta (2 spit) su grande terrazzo con alberi, di fianco a quella di Bon Ton.
L3, IV, 2chiodi + 4spit, 40m: procedere in piano dritti per raggiungere facilmente un evidente rampa/diedro (chiodo), salirlo fino a un nuovo chiodo dove si traversa a sinistra sfruttando una lama bassa (due spit) sino alla sosta (1 chiodo + 1 spit)
L4, V, 1 clessidra con fettuccia + 3 spit, 30m: la via originale (consigliata) sale verticalmente sopra la sosta sfruttando belle lame (un po di muschio, III+ da integrare), per poi traversare a sinistra, oltrepassare un diedrino e continuare a traversare a sinistra sino alla base di uno strapiombetto; Lo strapiombo si supera atleticamente sfruttando una fessura (spit), quindi facilmente sino alla sosta su terrazzino (2spit, 2spit con catena)
L4bis, V, 30m in alternativa alla originale, si traversa subito a sinistra dalla sosta, per poi affrontare un diedro (spit). Una volta sotto lo strapiombetto ci si ricongiunge all’itinerario originale, lo si supera atleticamente sfruttando una fessura (spit) e si raggiunge facilmente la sosta su terrazzino. (2spit, 2spit con catena)
L5, V+, 3chiodi + 5/6 spit, 40m: dalla sosta alzarsi sulla placca stando appena a destra del diedrino e poi traversare delicatamente a destra per circa 6 metri, a raggiungere lo spigoletto (1 chiodo e uno spit, V+). Si continua in verticale alcuni metri per poi spostarsi leggermente a sinistra prendendo delle lame che si seguono fino alla larga cengia dove si sosta (2 spit+catena)
L6, III, 20m, 1chiodo + 2spit: salire a sinistra superando grandi massi (III, chiodo), poi per facile rampa si esce in cima allo sperone dove si sosta (2 spit).
Discesa
scendere in direzione opposta rispetto alla salita su una placca con erba scivolosa fino a raggiungere il bosco (catena). Nel bosco scendere verso dx seguendo i segni rossi  fino ad incrociare il sentiero che scende dal Cinquetti. Scendere ancora sino a raggiungere il sentiero che passa alla base dei settori e imboccarlo verso destra sino al rifugio (20/30 minuti).
Altre note
Aperta da Michele Rivero, Piero Ghiglione e Guido De Rege nel 1939/1940
Link
Sperone Cinquetti
Avvicinamento
Andare sul retro del rifugio e scendere dal piazzale e imboccare verso sinistra il sentiero. Si oltrepassa la prima pietraia dove si stacca il sentiero per il Rivero e giunti poco prima di un canale si nota una deviazione sulla sinistra con indicazioni “Cinquetti”.
Via Cinquetti
La salita classica del settore, protezioni piuttosto lontane e gradazione “storica”. Bella via piuttosto varia.
difficoltà : V
esposizione arrampicata: Est
quota parcheggio:
quota attacco via (m): 1100
sviluppo via (m): 200
dislivello via (m):Â 120
dislivello avvicinamento (m):
località partenza: Rifugio Melano
periodo consigliato: autunno e primavera, inverno in giornate soleggiate e senza vento. Evitare i mesi estivi per il caldo.
tipo di roccia:Â gneiss
materiale necessario: NDA, utili friend e nut
avvicinamento: 15min
tempo salita: 3h30
attrezzatura: soste da collegare un po vetuste, spesso su piastrine artigianali. In via presenti vecchi spit e chiodi. Facilmente integrabile.
punti di appoggio: Rifugio Melano
presenza acqua: Fontana Rifugio Melano
Descrizione tiri:
L1, IV-: salire per lo spigolo su placche articolati fino ad una fenditura, da oltrepassare con difficoltà per salire sul secondo risalto. Si obliqua verso destra e la via torna ad essere placcosa ma con dei buoni appoggi obliquando ora verso sinistra sino ad un piccolo risalto. Da qui più facilmente sino ad un terrazzo di sosta.
L2, IV: salire per un evidente diedro molto aperto verso destra. Proseguire sempre obliquando a destra per placca gradinata e risalire un ulteriore diedrino sino ad uscire su un pianerottolo alberato dove si trova la sosta.
L3, III+, salire per placchette facili a destra della catena (seguire indicazioni cinquetti), fino alla base di una placca più compatta, da salire seguendo la fessura di sinistra e poi traversando a destra, o direttamente più a destra, arrivando così alla sosta su comoda cengia (catena a sinistra, oppure alberi a destra).
L4, V-: salire per una placchetta cui segue un magnifico diedro di alcuni metri fessurato sul fondo (spit): ottimo appiglio nella fessura. Uscire dal diedro a destra (placchetta) e proseguire per placca gradinata obliquando leggermente a destra. Dallo spit proseguire piegando decisamente a destra (si passa sotto una serie di tetti gialli), fino a raggiungere poi un’evidente cengetta che sale obliquamente verso destra: percorrerla (alberello) fino ad un’ultima placchetta, che si traversa verso destra salendo poi alla sosta. Sostare subito solo se si vuole seguire a vista il secondo, altrimenti vale la pena spostarsi a destra di qualche metro ad una sosta successiva, più comoda per la lunghezza seguente.
L5, V: inizialmente semplice, spostarsi poi un poco a sinistra (il bordo per la mano destra termina poco sopra) e superare poi a destra un risalto, proseguendo lungo una fessura. Salire in spaccata e proseguire poi in parte in placca e in parte sfruttando con difficoltà la fessura di fondo a sinistra, fino ad un piccolo gradino. Salire con difficoltà sul gradino, e proseguire poi più semplicemente, traversando a destra e uscendo ad una pianta: sosta sullo spigolo. Anche quì vale la pena sostare solo se si deve seguire a vista il secondo, altrimenti proseguire per canalino semplice fino a sostare su una comodissima cengia.
L6, IV+: spostarsi a destra e salire fino alla base del tratto più ripido di un netto strapiombino, in corrispodenza di una pianta. Salire a sinistra della pianta: poco sopra lo strapiombino, non visibile dal basso, c’è uno spit e alcuni ottimi appigli. Superare con difficoltà lo strapiombino, eventualmente aiutandosi con la pianta (ma con attenzione: non sembra molto robusta!). Proseguire ora per uno spigolino gradinato, uscendo a piacere a sinistra per seguire un diedro appoggiato più semplice. Sosta su cengia.
L7, III+: traversare orizzontalmente a destra per stretta cengia, abbassandosi dopo alcuni metri con i piedi sulla pacca sottostante: delicato ma buoni appigli per le mani. Al termine della cengia superare alcuni alberi e sostare su catena.
L8, V: salire per diedro appoggiato fino ad uno spit vecchio. Poi a sinistra alzandosi in spaccata. Risalire parte in placca e parte sfruttando la fessura di destra, uscendo poi in placca sfruttando in dulfer il bordo superiore della fessura, quasi orizzontale. Proseguire infine per difficile diedrino a destra, o, più semplicemente, salire a destra per rocce gradinate, tornando nel diedro al suo termine. Sosta su spigolino o su alberi più dietro.
Discesa
per sentiero inizialmente evidente (catene) che scende a traversare il canale e prosegue poi nel bosco alla destra del canale (viso a valle). seguire le tracce rosse sino ad incrociare il sentiero che scende dal torrione grigio, alcune catene per scendere sino al canale dove si ritrova l’attacco della via. scendere sino al sentiero che costeggia la base dei vari settori e imboccarlo a destra per tornare in breve al rifugio. 30 minuti
Altre note
Aperta da Cinquetti e Burdino negli anni 30
I tiri 2 e 3 sono concatenabili
Link
http://www.scuolaguidodellatorre.it/relazioni/getRelazione.php?id=RoccaSbarua-viaCinquettiBurdino
Ciao,
ti chiedo di contattarmi im merito alla foto dei settori della Sbarua.
sono il proprietario della fotografia che è stata concessa al sito del rifugio.
aggiunto il testo alla tua immagine 🙂
ciao!
Alec