Monte Barone

Il monte Barone di Coggiola è la vetta simbolo della Valsessera e rappresenta un punto panoramico grazie alla sua posizione particolarmente isolata.
La vista spazia dal Monviso al Gran Paradiso al Monte Rosa (belle viste su punta Castore e Breithorn) alle vette delle Alpi Lepontine e Orobie fino al Bernina e all’Adamello; a sud è visibile l’Appennino Ligure-Piacentino.
Il tratto sino al rifugio Barone è raggiungibile tramite due sentieri che permettono un giro ad anello evitando di ripercorrere la strada di salita. Descrivo qui questo anello.

difficoltà: E
esposizione: Sud Est
quota partenza (mt): 969
quota vetta / massima (mt): 2044
dislivello (mt): 1075
località partenza: località Le Piane, Coggiola (BI)
tempo salita: 3h
tempo discesa: 
punti appoggio: rifugio Monte Barone, aperto nei weekend da giugno a settembre e tutti i giorni ad agosto
presenza di acqua:

Arrivo:

– Dall’autostrada A4 si può uscire al casello di Carisio, dirigendosi quindi verso Cossato e poi verso Valle Mosso, Crocemosso e Coggiola.
– Dall’autostrada A26 si può invece uscire al casello di Romagnano/Ghemme dirigendosi verso Serravalle Sesia e quindi per Crevacuore e Coggiola.

Oltrepassato il centro abitato di Coggiola (Piazza Bartolomeo Sella) si svolta a destra passando per le borgate di Zuccaro, Viera e Biolla. Arrivati in località “Le Piane” si prosegue fino alla chiesetta e si lascia l’auto in un piccolo slargo dove sono presenti i cartelli segnaletici.

Descrizione itinerario

Parcheggiata la macchina si prende la strada sterrata che si stacca a sinistra e seguendo la strada per poco, pervenuti ad un piccolo slargo a monte di alcuni edifici (la strada tende a scendere) si stacca a destra un sentiero (cartelli indicatori G1 G5 G10, monte Barone) si prende il sentiero seguendo le indicazioni G1 e G8. Risalito un piccolo bosco (betulle) si perviene in poco tempo ad uno slargo (piccola costruzione – figura 2), in corrispondenza della quale il sentiero piega a sinistra ed entra, tenendosi in piano, in una valle secondaria (valle del rio Cavallero) il cui asse vallivo è perpendicolare alla cresta Gemevola-Pissavacca-Barone. Si arriva al fondo della valle dove si attraverso il rio Cavallero su un’aerea passerella o a valle delle stessa (figura 3) e si segue il sempre evidente sentiero seguendo le indicazioni per il Barone, si oltrepassa il bivio per l’attacco della palestra di roccia Oliva (cartello indicatore), fino ad arrivare al rifugio Ciota (costruito dal Corpo Forestale dello Stato nel 1965, con sul retro un locale sempre aperto) (figura 4). Il sentiero svolta di 180° in corrispondenza del rifugio (cambio del segnavia da seguire che da G1 passa a G8) e sale nel bosco con una serie di risvolti. Si arriva alla dorsale che si stacca dal Monte Pissavacca (dorsale che separa il rio Cavallero e quello dell’Ardecca), qui compare alla vista il Monte Barone con il rifugio e tutta la via da seguire per raggiungerlo (figura 5). Si percorre tutta la dorsale sul ben evidente sentiero fino ad arrivare sulle pendici della cresta che collega la cima di Pissavacca al Barone. Qui il sentiero piega a sinistra puntando decisamente verso il rifugio, passando per un tratto ripido in roccia attrezzato con catene fisse (denominato le Scarpie – figura 6). Si prosegue lungo il sentiero (sempre ben evidente), si oltrepassando i resti di alcuni alpeggi e si perviene al rifugio Barone (figura 7). Per tutto il percorso belle viste sulle principali vette del biellese (figura 8). Al rifugio, seguendo le indicazioni sui massi, si prende a destra il sentiero che punta diretto, lungo la linea di massima pendenza, verso la bocchetta di Ponasca. Il sentiero arriva sulla cresta a monte della bocchetta stessa (errata scritta su masso “bocchetta di Ponasca 1650 m”). Si piega a sinistra incontrando un altro sentiero (segnavia su masso) e si prosegue lungo la dorsale erbosa salendo per cresta (non esposta). Il sentiero continua fino alle pendici della vetta, ove il sentiero piega a destra passando in corrispondenza di una madonnina posta in una nicchia con una campanella (figura 10). Dopo pochi metri si sbuca sulla panoramica vetta (figure 11, 12 e 13). In vetta si trova un ometto di pietre con rosa dei venti, nel basamento del quale si trova un cassetto con il libro di vetta (figure 14 e 15). Pochi metri a sinistra si trova la piccola croce di vetta (figura 16).

Lasciata l’auto nei pressi della chiesetta della Località Le Piane, si segue inizialmente il sentiero G1. Il tracciato inizia con un tratto sterrato che attraversa il margine di una pineta arrivando alla Piana del Croso. Da qui si prosegue fino al Rio Cavallero, che si attraversa, per poi salire e raggiungere la Casa della Forestale in Località Ciota 1.233 m. Da questo punto si abbandona il sentiero G1 per proseguire sul G8. Si risalgono vari tornanti nel bosco fino a giungere una cresta dalla quale sono visibili il rifugio e il vallone del Rio Ranzola. Passato un traverso si raggiunge la bocchetta La Bura 1.320 m. per poi raggiungere delle scalinate (Le Scarpie), dove alcune corde fisse aiutano la salita. Proseguendo su sentiero si raggiunge in breve l’Alpe Ponasca con le sue baite diroccate e subito dopo il rifugio Monte Barone.

Si parte dalla piccola chiesetta delle Piane q.983 posta a lato della strada che da Coggiola conduce alle Alpi di Noveis: si sale dolcemente su un ampio sentiero che aggira una dorsale per attraversare il Riale del Cavallero, ora desolatamente in secca, su un esile ponticello. In breve si raggiunge il Ricovero Forestale della Ciota, immerso in un fitto bosco di conifere: ci si alza, sempre in moderata pendenza, attraversando un tratto boscoso purtroppo devastato dagli incendi, a fianco di imponenti scheletri di legno. Giunti ad una spalla motuosa la si aggira per cominciare la parte più faticosa dell’ascesa: la cima del Monte Barone ora è ben visibile, così come il sottostante rifugio. Si sale faticosamente una zona rocciosa (alcuni canaponi possono tornare utili  in caso di ghiaccio), poi con alcuni saliscendi si guadagna l’erto pendio che conduce al Rifugio Monte Barone q 1610, oggi eccezionalmente aperto in quanto in mattinata si svolgeva una competizione sportiva  (la Monte Barone Running, vedi il sito www.valsesseratrail.eu).
Dal rifugio alla vetta il percorso si fa più faticoso: si risale una dorsale erbosa quasi in linea di massima pendenza per giungere alla cresta della montagna nei pressi della Bocchetta di Ponasca: da qui seguendo l’ampio filo di cresta il sentiero sale in direttissima verso la vetta, senza alcun problema.

La cima è uno splendido balcone panoramico che offre una vista a 360° sull’intero arco alpino: purtroppo oggi le nuvole celano parzialmente il Rosa, appena spruzzato di neve (speriamo sia di buon auspicio per la stagione invernale) e le altre montagne confinali, ma la vista sulla sottostante pianura è comunque impagabile. Vista l’ora tarda mi ritrovo in vetta solo soletto, godendomi lo spettacolare panorama: poi il vento fastidioso e pungente mi costringe a scendere velocemente sui miei passi. Anche per quest’anno la tradizione del Monte Barone è rispettata…

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