Sveglia alle 3, colazione alle 3.30 ed alle 4 siamo in partenza dal rifugio Denza destinazione il canalone Weixlbaumer sulla cima Vermiglio, conosciuto anche come canalone Vermiglio o nord della Vermiglio.
Siamo 5 cordate in direzione della via: io con i miei due allievi: Milin e Davide, Ale con la sua allieva Eleonora, Franco con il suo allievo Antonio, Cris con il suo allievo Paolo ed infine Max e Bea.
Il tempo al contrario di quanto potessimo pensare è ottimo, niente pioggia e buona temperatura, la traccia è battuta quasi sino all’attacco grazie anche ad una cordata che sta andando a fare granatina e che ha preso la strada molto alla larga passando tutto a destra e traversando poi verso sinistra all’altezza dell’attacco del canalone.
Verso le 5.30 ci leghiamo ed iniziamo la traversata verso l’imbocco del canale alla nostra sinistra. Inizialmente Ale è dietro alla cordata di Max e Bea, su indicazione di Ale si scambiano poco dopo le posizioni in quanto la cordata senza allievi deve chiudere il gruppo.
Arriviamo all’imbocco poco prima delle 7 e facciamo una pausa appena sopra alla bastionata di roccia che delimita il lato destro del canale. Qui Cris passa in testa al posto di Franco che aveva battuto sinora.
Ripartiamo traversando ancora a sinistra e ci infiliamo in una rigola molto profonda che cominciamo a salire, sembra una pista da bob con i bordi alti circa 1 metro. La neve è in ottime condizioni: rigelata e portante con un paio di battute l’avampiede entra bene e crea un buon gradino.
Nella rigola la neve è più ghiacciata e a volte passo all’infissione della becca, dato che il manico delle mie quark non è proprio il massimo per entrare nella neve ghiacciata, in questo pezzo divertente la pendenza è verso i 50° mentre sino ad ora si era mantenuta entro i 45°.
In alto il canale si divide in due rami, a sinistra spiana leggermente ma il pendio sembra più carico di neve mentre a destra la pendenza si alza e l’uscita è sbarrata da una cornice piuttosto impegnativa. Decidiamo di puntare al ramo desto del canale, usciamo quindi dalla rigola e puntiamo verso quest’ultimo.
Arrivato circa all’altezza dello stretto imbocco del canale di destra la tragedia: un urlo, Ale che mi chiama, mi giro… vedo due persone scivolare lungo il pendio, chiedo chi è caduto “Max e la Bea” mi risponde Ale… non posso far altro che vederli scivolare dentro la rigola seguendola tutta sino a scomparire alla nostra vista seguendo la curva verso destra (sguardo a valle) che fa la rigola, dopo essersi fatti tutto il pendio…
Non li vediamo più.. proviamo a chiamarli varie volte ma senza risposta
Chiamo Cris e Franco avvisandoli di cosa sia successo… io porto la radio quindi chiamo gli altri e do l’allerta, mi sente bene solo Franz che fa da ripetitore verso Roberto e Andrea.
Andrea è ancora all’attacco della sua via, andrà lui a cercare di raggiungerli mentre noi non possiamo far altro che uscire da questo punto delicato (siamo nel punto di massima pendenza a 55° e dobbiamo passare la cornice) e tentare di chiamare i soccorsi.
Cris esce tutto a destra tra rocce e neve e ci lancia una corda di sicurezza.. una dopo l’altra tutte le cordate escono, riusciamo a chiamare i soccorsi con il telefono di Eleonora, l’unico che prende… dopo varie chiamate (segnale che cade) ci dicono ok e di aspettare in vetta.
dal punto dove abbiamo fatto sicura per l’uscita si riesce a vedere sino in fondo al canale, si intravede un puntino nero… l’arrivo dell’elisoccorso dopo pochi minuti e la calata del soccorritore ci confermano che quel puntino sono Max e Bea. Il soccorritore è fermo, in piedi di fianco al puntino… l’elicottero se ne va… l’ansia aumenta… dopo un bel po di tempo torna l’elicottero e cala una seconda persona, poi sale e ci fanno cenno che possiamo andare.
Inizia la lunga ed angosciosa discesa, senza più avere alcuna notizia via radio… scendo di corsa verso la fine puntando il rifugio dove trovo Andrea, Alessandro, Patrizia in lacrime… è la conferma che Max e Bea non ci sono più.